I nostri progetti

Le aziende, oggi più che mai, hanno un ruolo preminente nello sviluppo della società globalizzata e svolgono la funzione cruciale di catalizzatore del progresso, sia per il singolo individuo che per il sistema integrato. L’azienda è la polis dove le persone trovano sia la propria sicurezza economica che la propria identificazione e realizzazione personale. Allo stesso tempo l’azienda è la fabbrica di prodotti e di servizi indispensabili alla società per il suo buon funzionamento. Sull’azienda, infine, si scarica il Pensiero innovativo che ha la capacità di creare soluzioni che migliorino l’esperienza di vita individuale e sociale. L’uomo non solo ha questa capacità, ma ne sente ardentemente il bisogno, poiché è insita nella sua natura il desiderio di progredire.

In tal senso, la nostra azienda si fa interprete nel proprio settore di questo desiderio di progresso agganciando, in chiave olistica, tre progetti speciali alle nostre tre linee di business. L’obiettivo è quello di sviluppare soluzioni innovative che concorrano al Benessere delle persone, nelle sue tre componenti fondamentali: sociale, fisica e ambientale. In attesa di dedicare a questi progetti il giusto spazio per sviscerarne ogni aspetto, li presentiamo brevemente seguito.

Il progetto Musae

Intendiamo ancorare la linea Chips al benessere sociale delle persone attraverso il progetto Musae, il cui nome è ispirato al nome scientifico del platano (Musa paradisiaca/sapientum). Il progetto intende fornire alle persone uno strumento innovativo per sviluppare e condividere in modo accattivante le proprie passioni e abilità artistiche. Ci sono tre fattori principali che rendono Musae un progetto vincente. Il primo risiede nell’importanza delle passioni personali e dell’arte per lo sviluppo di relazioni sociali positive e ricche di significato. Il secondo fattore riguarda la dimensione territoriale del progetto, che viene implementato a livello cittadino mettendo in connessione tutti quei locali che afferiscono ad una specifica forma d’arte con gli artisti del territorio stesso. In questo senso il progetto crea una nuova rete integrata tra le persone e i locali, un nuovo livello di connessione

tra essi, trasversale rispetto alle le varie forme d’arte. Il terzo fattore riguarda l’aspetto digitale del progetto. Viviamo nell’era della digital economy e dei social network, dove però quest’ultimi da strumenti abilitanti di relazioni positive diventano sempre più strumenti di mercificazione delle persone fini a sé stessi. Musae ospita al suo interno una piattaforma digitale accattivante che facilita l’integrazione e il coinvolgimento di un grande numero di persone e di locali, ma concepita per restare fedele alla missione di sviluppare le relazioni sociali in carne ed ossa. Ricco di meccanismi sia partecipativi che competitivi, i format di divertimento sociale si articolano in percorsi annuali, al termine dei quali vengono messi a disposizione premi importanti sia per gli artisti che per il pubblico che ha interagito nelle serate durante l’anno.

“Le amicizie non si scelgono per caso, ma secondo le passioni che ci dominano.”

ALBERTO MORAVIA

Il progetto Nutrigenomics

La linea Healthy è naturalmente collegata al benessere fisico delle persone e attraverso il progetto Nutrigenomics intendiamo avvalerci delle conoscenze medico-scientifiche più avanzate per esplorare e divulgare l’intima relazione tra il cibo e la salute dell’organismo. La Nutrigenomica, in particolare, è l’ultima frontiera delle scienze nutrizionali, che studia l’interazione tra i nutrienti e il nostro genoma influenzando il nostro metabolismo e lo stato di salute o malattia. La genomica è una branca della biologia molecolare nata negli anni 80’ che viene applicata in moltissimi ambiti. Per quanto riguarda la nutrizione, l’interesse nello studiare la relazione tra il cibo e il nostro DNA è cresciuto molto in età contemporanea in relazione a due fattori comprovati. Il primo riguarda il progressivo cambiamento genetico degli alimenti di cui l’Uomo si nutre in relazione al suo patrimonio genetico di riferimento, modellatosi circa 200.000 anni fa (Homo Sapiens) quando si nutriva di vegetali e animali selvatici. Infatti, lo sviluppo dell’agricoltura (10.000 anni fa) e la progressiva ibridazione delle specie, l’Uomo ha iniziato a modificare inconsciamente il genoma dei generi alimentari di cui si cibava.

Ma a partire dall’età industriale fino ai giorni d’oggi questo processo di modificazione ha subito una forte accelerazione, coadiuvata dall’impiego di sostanze artificiali di nuova generazione, spesso nocive, volte alla massimizzazione produttiva o eccitazione gustativa. Addirittura, in epoca moderna, si è fatto ricorso in modo conclamato alla modificazione genetica dei generi alimentari (OGM) suscitando lo sdegno dell’opinione pubblica, proprio grazie alle nuove conoscenze sviluppate dalla Nutrigenomica. Il secondo fattore di rilevanza riguarda la trasmissione ereditaria delle modificazioni genetiche indotte dalla nutrizione sull’Uomo. Questo fenomeno avviene attraverso dei meccanismi cosiddetti epigenetici che fanno sì che la dieta influenzi il DNA senza modificarne la sequenza. Vale a dire che non avvengo mutazioni genetiche ma modificazioni chimiche che portano al cambiamento dell’espressione genica e che facilitano l’insorgere di malattie croniche. In definitiva, sfruttando le scienze nutrigenomiche per personalizzare la propria dieta sulla base del proprio patrimonio genetico, permette non solo di trattare persone che presentano patologie semplici e complesse, ma anche di prevenire la loro insorgenza in persone sane, migliorandone la longevità e massimizzandone il potenziale fisico.

“Una delle grandi sfide che l'umanità deve affrontare: quella di garantire un'alimentazione sana e sostenibile a tutti gli abitanti del Pianeta Terra.”

SAMANTHA CRISTOFORETTI

Il progetto Bioplastic

Infine, per quanto riguarda il benessere ambientale, affianchiamo la linea Nature al progetto Bioplastics, con il quale intendiamo sviluppare delle bioplastiche innovative e altamente capacitive a partire dagli scarti organici delle nostre produzioni. È notorio come il nostro Pianeta sia su una rotta di collisione ambientale a causa dello sviluppo umano. Il problema è multi-sfaccettato e si compone di diverse variabili, spesso interdipendenti, che nel tempo hanno incrinato gli equilibri naturali a ritmo crescente. La grande sfida in questo ambito è quello di trovare soluzioni alternative e sostenibili all’irrinunciabile sviluppo umano, fondamentale per la generazione del valore economico che sostiene e lubrifica la società così come la conosciamo. Il progetto Bioplastics si concentra sul problema della plastica, uno tra i più sentiti oggi in quanto da un lato minaccia interi ecosistemi, sia terrestri che marini, nel momento in cui si trasforma in rifiuto, ma dall’altro contribuisce all’emissione di gas serra durante le sue fasi di prima produzione. Infatti, la produzione di plastiche richiede l’impiego di materiali di provenienza fossile (idrocarburi) e processi altamente energivori per la sua trasformazione in prodotti finito.

La ricerca di è spesa molto negli ultimi anni per trovare soluzioni p lastiche alternative e sostenibili ricavate da materiali organici c he abbattano l’impatto ambientale di un materiale così largamente utilizzato e strategico per le attività umane. Tuttavia le principali fonti di bioplastiche attualmente impiegate s ono il mais o la canna da zucchero, con risultati molto limitati a livello di applicazioni di mercato. Infatti, le bioplastiche ricavate da questi materiali hanno scarse qualità di resistenza al calore e alla tenuta del colore. Queste caratteristiche ne limitano fortemente gli ambiti di applicazione che attualmente sono principalmente sacchetti per rifiuti e shopping bag, materiali per catering e food delivery, qualche applicazione nel tessile. Dalle prime analisi di fattibilità condotte con i principali centri di ricerca in Italia, risulta che le bucce di platano siano particolarmente interessanti per lo sviluppo di bioplastiche che possano essere più capacitive e resistenti di quelle attualmente sul mercato. Questo aprirebbe un nuovo filone applicativo per questi materiali sostenibili, capaci di rispondere alle necessità di molti settori: dal medicale (protesi) al farmaceutico, dall’alimentare (packaging) all’industria chimica, passando per il tessile e la meccanica.

“Credo che avere la terra e non rovinarla sia la più bella forma d'arte che si possa desiderare.”

ANDY WHAROL