La Batata

Il viaggiatore naturale

La pianta è un’erbacea perenne lianosa dotata di foglie lobate cuoriformi, per questo utilizzata spesso come pianta decorativa. La Patata Dolce (Ipomea Batatas) è la sua radice tuberizzata che appartiene alla famiglia delle Convulacee e, nonostante il nome familiare, non ha nulla a che vedere con la patata tradizionale che invece è un tubero della famiglia delle Solanacee. La batata è tipicamente lunga e affusolata, con una buccia liscia il cui colore varia tra giallo, arancio, rosso, marrone, viola e beige. La sua polpa, invece, varia dal beige al bianco, dal rosso al viola, dal giallo all’arancione. Infatti, ad oggi esiste un grandissimo numero di specie (oltre 1.000) anche grazie all’incredibile robustezza e adattabilità della pianta alle diverse regioni del pianeta.

LA STORIA
L’origine della batata è piuttosto certa ma, nonostante le raffinate tecnologie di ricerca contemporanee, resta un velo di mistero sulla sua diffusione. La teoria più accreditata vede la batata come originaria del centro America, più in particolare dell’area che si estende dalla regione messicana dello Yucatan fino alla foce venezuelana del fiume Orinoco. Si pensa che in questa regione abbia fatto la sua prima comparsa la pianta selvatica antenata della batata, per essere poi coltivata sicuramente prima del 3.000 aC. L’origine centro americana della batata è testimoniata dai test genetici effettuati sulle piante riportate dal capitano James Cook, primo europeo a visitare nel 1769 le isole polinesiane dove si trovano tracce dell’Ipomea Batatas sorelle maggiori sudamericane, ma datate molto tempo prima della scoperta dell’America (1492). Questo ha dato luogo a numerosi studi e ricerche che potessero confermare o smentire la scoperta della stessa in età precolombiana. Un recente studio condotto dalla ricercatrice Caroline Roullier mostra la possibilità che nel XI secolo dC, quando le conoscenze costruttive delle imbarcazioni erano già ad un buono stadio, le popolazioni della Polinesia avessero attraversato il Pacifico per arrivare sulle coste del Perù o dell’Equador e fossero tornati indietro con radici di batata. Un’altra ricerca mostra tracce genetiche degli Zenù in Polinesia, una popolazione precolombiana originaria delle coste della Colombia e ancora oggi attiva, che lascia aperta la possibilità che siano stati loro a effettuare l’arduo viaggio attraverso il Pacifico. Infine, una delle ricerche più accreditate da parte del ricercatore Muñoz-Rodríguez mostra come le stesse foglie riportate dal capitano Cook dalla Polinesia, custodite ancora oggi nel museo di storia naturale di Londra, abbiano un patrimonio genetico molto raro.

Sembra che questa varietà sia stata separata da tutte le altre circa 110.000 anni fa, mentre invece l’Uomo raggiunse la Nuova Guinea solo 50.000 anni fa e le isole del Pacifico solo da pochi millenni. Dall’età delle patate dolci del Pacifico, sembra quindi improbabile che le varietà siano state spostate dall’America latina da qualsiasi essere umano. I ricercatori sono tradizionalmente scettici sul fatto che una pianta come la patata dolce possa spostarsi naturalmente attraverso migliaia di miglia di oceano, ma recentemente hanno scoperto che molte piante hanno seguito quel percorso, galleggiando sull’acqua o trasportate a pezzi dagli uccelli. Ad esempio, la campanula hawaiana vive solo nelle foreste aride delle Hawaii, ma i suoi parenti più stretti vivono tutti in Messico. Gli scienziati stimano che la campanula hawaiana sia stata separata dai suoi parenti e abbia compiuto il viaggio attraverso il Pacifico più di un milione di anni fa. Il mistero resta ed è per questo che i ricercatori si sono ripromessi di fare ulteriori studi in merito, anche alla luce del fatto che dai vari nomi con cui viene chiamata la patata dolce sembra che ci sia stato un qualche contatto e condivisione culturale tra le popolazioni del centro e sud america con quelle del Pacifico. Infatti, in Messico ed America Centrale la patata dolce è conosciuta col nome di Camote, come anche nelle Filippine, dove è stata scelta l’alternativa kamote, derivato comunque dalla lingua Nahuatl (camotli). Infine, una particolare varietà di patata dolce in Perù viene chiamata Kumar in lingua Quechua, sorprendentemente simile al nome polinesiano Kumara.

Proprietà Nutrizionali
La batata è tra i cinque alimenti più salutari del mondo secondo la classifica di CSPI (Center of Science in the Public Interest – USA), questo grazie alla concentrazione di sostanze benefiche importanti per il nostro organismo. Questa radice a tubero può essere consumata anche cruda, a differenza della patata tradizionale, rispetto alla quale vanta un contenuto di zuccheri inferiore del 30%. La batata è ricca di fibre e carotenoidi che aiutano ad tenere sotto controllo la colesterolemia e la glicemia. Questo effetto è anche dovuto ad una sostanza particolare chiamata Cajapo, che raggiunge le sue massime concentrazioni nella buccia, completamente edibile. La batata è un’ottima alleata della salute cardiovascolare e del sistema nervoso grazie al contenuto di vitamine dei gruppi A, C, B ed E oltre che alcune proteine e sali minerali come potassio, magnesio, ferro e calcio. Infine, è ricca di flavonoidi e antociani che le conferiscono ottime proprietà antiossidanti. Per questo motivo la si trova anche come estratto nella composizione di alcune creme per conferire il potere anti-aging.

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